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martedì 21 luglio 2015

#LIBRI_SEGNALATI / Storia della bambina perduta, di Elena Ferrante (recensione di Valerio Bianchi)

Elena FERRANTE, L'amica geniale
 Storia della bambina perduta, vol IV, edizioni e/o, 2015
pagine 451, € 19,50, formato ebook €12,99

L’irresistibile fascino dell'ambivalenza
Sono dieci giorni che ho finito di leggere l’ultimo volume del ciclo “L’amica geniale” di Elena Ferrante. Eppure non riesco proprio a cominciare un nuovo libro: ho troppa paura di cancellare dalla memoria il ricordo di ciò che ho appena letto. E questo è un rischio che non posso correre. Anzitutto perché la scrittura della Ferrante ha una sua forza che è destinata a rimanerti dentro per giorni e giorni. Poi perché Elena e Raffaella (Lenuccia e Lila, se usiamo i soprannomi che si danno reciprocamente le due protagoniste) sono troppo vive per essere dimenticate. La traccia che lasciano nel lettore è così profonda che io sono ancora qui a interrogarmi: ma davvero loro due esistono solo nella fantasia del racconto? Possibile che non possa incontrarle per strada, girovagando alla loro ricerca? Ma soprattutto, come posso rimuovere anche solo un tassello del loro universo dopo averlo esplorato e sondato in loro compagnia così a fondo, nell’arco di questi sei mesi in cui la lettura de L’amica geniale ha accompagnato la mia quotidianità?

Ma di cosa parla questo enorme romanzo di circa 1.500 pagine divise più o meno equamente in quattro volumi? In estrema sintesi è la storia di un’amicizia fra due donne, dall’infanzia alla vecchiaia, raccontata da una delle due (Elena) in tarda età, quando improvvisamente si perde ogni traccia dell’altra (Raffaella). Dunque è un racconto che attraversa circa sei decenni di vita, con gli accadimenti privati delle protagoniste che si intrecciano con la storia della loro città (Napoli), con le vicende di familiari, amici, amanti, rivali che li accompagnano nella loro esistenza e con la Storia del nostro Paese dal secondo dopoguerra fino ai giorni nostri.

Perché tanto interesse intorno a questo romanzo? A mio parere per tre buoni motivi. 
° Primo perché gli appassionati della Ferrante vi ritrovano tutti i temi classici dei suoi romanzi: la conflittualità nei rapporti umani, specie tra personaggi femminili e in particolare tra madre e figlia; la carnalità dei protagonisti, che esplode in tanti modi diversi e in tanti punti della storia sotto forma di passione, violenza, desiderio sessuale, brama di potere e di predominio nel clan di riferimento; le sparizioni, effettive o simboliche, che ricorrono nella vita di Lila e Lenuccia.
° Secondo perché la Ferrante è riuscita a confondere in un unico tessuto narrativo l’ordinarietà della vicenda (la storia di un’amicizia) con la straordinarietà dei suoi accadimenti. Questo processo di fusione è così abilmente compiuto da darci l’idea che quegli eventi, per quanto unici e singolari, possano facilmente accadere anche a noi. O forse stiano già accadendo, magari senza che ce ne rendiamo conto.
° Terzo perché L’amica geniale è in estrema sintesi una lunga e dolorosa ricognizione sul tema dell’ambivalenza e delle sue implicazioni. Lila e Lenuccia vivono costantemente, l’una nei confronti dell’altra, un sentimento di attrazione e di repulsione, di immedesimazione e di distacco, di radicamento e di fuga, che le costringe a compiere scelte difficili e a smentirle subito dopo con comportamenti contraddittori. Come Elena ammetterà più volte durante il romanzo, il racconto della sua storia personale è l’unica chiave per tentare di ritrovare l’amica scomparsa e al tempo stesso la narrazione della vita dell’amica è la sola via per conoscere a fondo se stessa.

Anche il lettore ha la sensazione di essere parte di questa infinita girandola di capovolgimenti, dove la storia dell’una diventa lo specchio in cui si riflette la vita dell’altra; dove le scelte, le virtù e le colpe individuali sono condizionate e confuse dalla presenza in noi di una parte che, più o meno consapevolmente, adotta in realtà gli atteggiamenti, i valori e i pensieri dell’altro. E dove, infine, non è plausibile formulare alcuna valida risposta alla domanda: quale delle due donne è davvero l’amica geniale dell’altra?

*** Valerio BIANCHI, per Mixtura


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