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sabato 25 luglio 2015

#FAVOLE & RACCONTI / L'abbronzatura integrale (M. Ferrario)

Vacanze. Finalmente.
La ragazza - neppure vent'anni, ogni linea e ogni rotondità giuste ai posti giusti, abituata a sentirsi ammirata e desiderata, da sempre attenta all'estetica e alla cura del corpo - sogna da settimane i bagni di sole. 
E non vuole perdersi neppure un minuto. 
Così, dopo essersi stesa tutta la prima mattina in spiaggia, torna in albergo per un rapido pasto. 
Poi, prima di ridiscendere al mare, curiosa tra i piani dell'hotel.
Sale le scale e scopre una bellissima terrazza.
Isolata. 
Solo lei. Nessun'altro. 
Del resto, lei è stata la prima a pranzare. Tutti, giù, stanno ancora mangiando.

Prima è un po' restìa. Poi, dopo essersi guardata bene in giro, si decide. 
Massì, si rassicura, posso farlo. Sole integrale.
Si toglie il costume, peraltro in formato ultra mini e quasi invisibile.
Non guarda e non pensa ad altro. E si stende a pancia in giù. 
Vuole sentirsi totalmente libera, e rinuncia pure a mettersi sotto un asciugamano: tanto poi si farà una bella doccia in camera.
Ora si abbronzerà schiena e sedere. Poi si girerà supina, e sarà la volta di seni e ventre.

E' stesa da neppure un minuto e sta apprezzando il calore che l'avvolge. Se non ci fosse un rumore di fondo, che cresce, su dal salone ristorante, sarebbe un relax perfetto.
A un certo punto si accorge di qualcuno che sale le scale di corsa e sta per spalancare la porta di ingresso della terrazza. 
In un battibaleno recupera l'asciugamano che aveva accanto e si mette seduta.

Sulla porta il direttore dell'albergo.
Trafelato. 
«Mi scusi, signorina, la terrazza dell'albergo è tutta a sua disposizione, anche se desidera prendere il sole. Però...».
L'uomo è titubante.
La ragazza lo incoraggia.
«Però...»
«Bisognerebbe che lei si rivestisse».
La ragazza non capisce. 
«Rivestirmi? Ma sono sola qui. Nessuno mi vede. Se arriva qualcuno ovvio che lo faccio e non aspetto certo che me lo dica lei».
La giovane è un po' risentita. Comincia a pensare che forse la scelta dell'albergo non è stata delle più felici.
«No, signorina» riprende il direttore. «Non occorre che lei aspetti di vedere altri ospiti qui in terrazza. Le chiedo cortesemente di rivestirsi ora. Subito».
La ragazza non è abituata a obbedire senza capire le ragioni.
Ripete: «Scusi, ma se non c'è nessuno che mi vede...»
Il direttore si mostra impacciato. «Mi creda, si copra. Giù in sala...».
La ragazza coglie l'occasione. Lo interrompe.
«Ecco, a proposito, giù in sala... Se mi posso permettere, le dirò che l'insonorizzazione dell'albergo non è un punto forte del locale. E pensare che questa terrazza potrebbe essere un paradiso».

Allora il direttore indica il punto in cui la ragazza, fino a un minuto prima, era sdraiata. 
Tutta nuda. Supina. Adagiata su ventre e seno. Senza neppure un telo sotto.

La ragazza sbianca: perde in un secondo tutta l'abbronzatura della mattinata. 
Ha un diametro di almeno una decina di metri, il lucernario che affaccia sul ristorante. E lei era inquadrata perfettamente. Totalmente.
Ancora si vede la gente che ha smesso di mangiare e ha la testa per aria.

*** Massimo Ferrario, 2015, per 'Mixtura' - Riscrittura di un testo che circola in internet


In Mixtura ark #Favole&Racconti di Massimo Ferrario qui

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