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lunedì 1 giugno 2015

#SPILLI / Regionali, votanti e aventi diritto (M. Ferrario)

Credo che un'astensione generalizzata di quasi la metà degli aventi diritto vada tenuta presente nella lettura delle percentuali ottenute dai nuovi governatori delle regioni.
E' una convinzione banale. 
Eppure do per scontato che, come ormai avviene da quando l'astensione alle urne è in crescita, anche stavolta, passato il primo momento in cui tutti fanno un commentino preoccupato, poi ci si tufferà a confrontare le percentuali dei voti espressi. Magari anche in chiave storica; e quindi senza evidenziare i numeri delle differenti astensioni nel tempo (come è avvenuto alle ultime europee, con la bufala, ripetuta giornalmente, del Pd che si vantava di avere il 41% del consenso degli italiani, contro un reale 23,3%).

Se però tenessimo conto della banale distinzione tra votanti e aventi diritto, avremmo almeno chiari questi 4 punti:
(a) - il governatore più votato (Zaia, in Veneto) ottiene il 28,8% di consenso degli aventi diritto (contro il 50,4% dei voti espressi).
(b) - il neo-governatore della Liguria Toti ottiene il 17,5% di consenso degli aventi diritto (contro il 34,5% dei voti espressi)
(c) - il neo-governatore della Campania De Luca (peraltro in attesa delle conseguenze della legge Severino) ottiene il 21,2% di consenso degli aventi diritto (contro il 40,9% dei voti espressi)
(d) - il neo-governatore della Puglia Emiliano ottiene il 24,2% di consenso degli aventi diritto (contro il 47,4 dei voti espressi)

Insomma: quando va bene (in un caso: e il bene è solo un giudizio che riguarda la percentuale, non il valore della persona, della lista e dei suoi programmi) si guida una regione con poco più di 1/4 del consenso degli italiani.

E' la democrazia.
Ma forse è sempre meno democrazia.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura


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