Pagine

giovedì 23 aprile 2015

#SGUARDI POIETICI / Il consulente di cambiamento (M. Ferrario)

Aveva appena partecipato a un corso
sui 10 fattori di resistenza al
cambiamento
e sulle 10 mosse giuste per fare
cambiamento
in tutto 50 slide in 2 ore
il programma lo definiva master e ora lui era certificato
orgoglioso di sapere finalmente tutto sul
cambiamento
allora io gli ho chiesto sì ma quale
cambiamento
e lui mi ha risposto con un sorriso di compatimento
che non è importante quale
cambiamento
e che il problema è fare il
cambiamento
perché chi non cambia muore e vale anche per le aziende 
e la modernità e la flessibilità e lo sviluppo e l’innovazione e il futuro
tutto si sarebbe risolto con una 
mossa
la mossa giusta
la mossa che serve per fare
cambiamento
perché dieci sono troppe e solo una è fondamentale 
e lui l’aveva individuata
io allora ho espresso qualche dubbio
alludendo alla retorica corrente
forse avrebbe dovuto approfondire e riflettere un po’
evitare il blabla 
chiarirsi le idee 
ma lui mi ha risposto che è appunto non avendo idee
che si è aperti al
nuovo
se no si hanno solo pregiudizi
mentre è verso il nuovo e contro il vecchio che appunto si fa
cambiamento
e non importa verso quale verso cambiare purché sia
cambiamento
altrimenti vince la conservazione che è poi il vecchiume
e insomma mi ha svelato che aveva deciso
avrebbe fatto il consulente ovviamente di
cambiamento
e non mi offendessi ma lui lo aveva capito subito 
anche senza leggere il manuale sul
cambiamento 
che io ero un tipo critico e poco pragmatico
e mai avrebbe voluto lavorare con persone simili
casi classici di resistenza al
cambiamento
con destini già scritti di perdenti
invece lui se lo sentiva dentro 
era nato vincente
sapeva vendere sogni e compiacere
e trasmettere energia e passione e speranza e semplicità
e appena inneggiava al
cambiamento
tutti annuivano sedotti e abbindolati 
per questo ormai si era convinto
che esperienza e competenza sono zavorra
fanno pensare e non inducono a rischiare
si finisce avvolti dal pantano
e il pantano è il peggior nemico del
cambiamento
gliel’aveva confidato l’amico top manager 
il suo primo possibile committente 
una frase rubata da un giornale
certo non l’aveva letta in un libro
i top manager sono uomini d’azione
come lui del resto
il pensiero spegne l’immaginazione
per questo tutti e due si erano piaciuti subito 
e presto insieme avrebbero fatto il
cambiamento
e per favore la smettessi di voler sapere quale
cambiamento

*** Massimo Ferrario, Il consulente di cambiamento, 2014, in 'lo sguardo poietico', 379, 5 luglio 2014, qui

3 commenti:

  1. Sono consapevole della banalitá, ma non trovo espressione migliore di quella del vecchio Gattopardo per descrivere questa nausea da cambiamento, che mai viene cosí pestato, quale acqua nel mortaio, come quando le " troike" del Potere hanno l' assoluta necessitá di non "produrne", di cambiamento. A parte qualche "gadget" o qualche moda che ti faccia sentire "cool", senza sentirti preso per "cool". E allora, via libera ai guru: "change leader, change manager, change consultant"; avanti, che c' é da rimpinguare lo Stock Exchange. Cosí, tanto per cambiare.

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

    RispondiElimina
  3. Mi preme sottolineare, non per Paolo che lo sa, ma per altri eventuali lettori che quando elimino un commento, almeno finora, è stato solo perché erano comparsi, come in questo caso, due doppioni lanciati più o meno in contemporanea, per errore, dal sistema.
    Lo dico perché sempre il 'benedetto' sistema lascia la scritta, accanto al post eliminato', che recita: «Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.». Vorrei evitare che qualcuno pensasse a strane forme di censura.
    Anche in questo, rispetto ai tempi che viviamo, cerco di essere... anticonformista.

    RispondiElimina