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mercoledì 29 aprile 2015

#LIBRI_SEGNALATI / Stoner, di John Williams (recensione di Valerio Bianchi)

Grazie all'iniziativa di Valerio Bianchi, già più volte intervenuto nel blog segnalando video di cartoni e, recentemente, raccontando un episodio di sanità 'indecente', apro la sezione di #LibriSegnalati.
Questa sezione si affianca alle altre due, #LibriPiaciuti e #LibriPreziosi, in cui raccolgo le minirecensioni relative alle 'mie' letture, di romanzi e saggi.
#LibriSegnalati non vuole certo essere di serie inferiore rispetto alle altre: sottolinea solo, fin dal titolo, che si tratta di commenti 'interni al blog', ma non 'miei'. 
Ovviamente, visto che li seleziono e ne decido la pubblicazione, significa che ritengo siano, per forma e per sostanza, stimolanti e in qualche modo utili. Ma, come mio solito, cerco di applicare anche in questo caso il mio motto: 'condividere, dissentire, comunque ri-pensare'. Dunque può accadere (ma non è certo questo il caso di questa prima recensione) che non ne condiva, in tutto o in parte, la valutazione. Ma questo non è importante. (mf)

° ° °

John WILLIAMS, Stoner, Fazi Editore, 2012
pagine 332, copertina rigida € 17,50, copertina flessibile € 19,50, ebook 9,99

Solo un uomo (*)
William Stoner è un uomo grigio, anonimo. E in uno stato di perenne grigiore attraversa tutta la sua vita. E’ un ricercatore universitario e nell’Università del Missouri percorre tutta la sua modesta carriera lavorativa. Ha pochi amici e contatti superficiali con tutti i propri familiari, stretti o lontani che siano. Si tiene alla larga dalle passioni e dai grandi eventi storici che avvengono durante la sua vita, fra cui due guerre mondiali. Anonimamente muore, dopo una breve e dolorosa malattia.

Eppure Stoner è un personaggio a suo modo appassionante, vivo, persino misterioso poiché non ci permette di comprendere fino in fondo le ragioni della sua rassegnazione. Con pacatezza affronta ogni evento della sua vita, piacevole o drammatico che sia. Sembra un ospite di se stesso, con un atteggiamento di perenne stupore dinanzi a ciò che gli accade. Fa poco per meritarsi più di quel che ha, forse perché si sente già un privilegiato per aver scoperto in sé l’inaspettata passione per l’insegnamento.

Quando alla fine Stoner traccia un bilancio della sua vita, comprende di aver avuto tutto il poco che aveva desiderato. Ma avverte anche, nonostante egli non sia un uomo né banale né superficiale, di non aver avuto la forza di trattenere quella bellezza che gli è così sfuggita fatalmente. 
“Cosa ti aspettavi?”, si domanda più volte il protagonista, ma sembra piuttosto chiedersi “cosa ti meritavi?”. La serena consapevolezza con cui si abbandona al proprio mediocre destino non cancella, anzi esalta, la straordinarietà di un uomo che, pur avendone avuto la possibilità, non ha mai chiesto alla sua vita più di quel poco che essa stessa ha deciso di concedergli.

Pubblicato senza successo nel 1965, il romanzo è stato riedito nel 2003 ed ha rappresentato un autentico caso letterario negli Stati Uniti. La scrittura sobria e asciutta di John Williams si abbina perfettamente, dandogli voce, alle personalità cauta e introspettiva di Stoner. 
E in quella introspezione ci immergiamo anche noi lettori, intenti a porci gli stessi interrogativi esistenziali cui il protagonista tenta, suo malgrado, di dare una sua personale risposta.
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titolo preso a prestito da Solo un uomo, di Niccolò Fabi, pubblicato nel blog in in #Musiche & Testi, oggi

*** Valerio BIANCHI, per Mixtura

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