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domenica 12 aprile 2015

#FAVOLE & RACCONTI / Benvenuto, dottor Dru (M. Ferrario)

E’ morto il dottor Dru, il Direttore delle Risorse Umane della Più Grande Azienda del Mondo. 
La sua anima arriva in una zona intermedia tra paradiso e inferno, una specie di limbo, uno spazio grigio e nebbioso, con una luce che non è né giorno né notte.

Il dottor Dru si guarda attorno, ma non vede nessuno. Poi sente una voce. 
E’ san Pietro.
«Benvenuto» gli dice san Pietro. 

Ma lui non riesce a distinguerlo, intravvede solo una sagoma sfuggente. 
«Dove sono?», domanda il Dottor Dru. 
«Tra l’inferno e il paradiso», gli risponde san Pietro. «Qui arrivano i manager. Poi vengono smistati, chi va all’inferno e chi in paradiso. Ma sono pochi quelli che vanno in paradiso».
«E io dove andrò?», domanda subito il Dottor Dru.
San Pietro consulta un librone. 
«Tu devi essere un manager particolare», dice san Pietro. 
Il Dottor Dru non capisce. 
«Che significa un manager particolare?». 
«C’è scritto qui nel librone. Sei Direttore delle Risorse Umane. Hai diritto di scegliere». 
«Ho diritto di scegliere?», chiede stupito il Dottor Dru. «Ma se ho diritto di scegliere è chiaro cosa scelgo: scelgo il paradiso». 
«Va bene», ribatte san Pietro. «Però prima devo farti vedere anche l’inferno». 
Il Dottor Dru non riesce a trattenersi. 
«Ma io ho già scelto, te l’ho detto. Mi sembra che sia tutto tempo perso». 
San Pietro sorride. 
«Ormai hai l’eternità davanti e vuoi ancora risparmiare tempo? ». 
«No certo, è che…».
San Pietro lo blocca: «Comunque, è la procedura», dice. 
Il Dottor Dru, sentendo la parola “procedura” prova per la prima volta dentro di sé un moto di fastidio. Poi, si ricorda del ruolo appena lasciato laggiù sulla terra. 
«Già, se è la procedura…».
San Pietro lo invita a seguirlo. 
«Vieni, prendiamo l’ascensore. E’ qui a fianco. Ecco, prego». 

Schiaccia il pulsante “inferno” e l’ascensore scende, velocissimo. Pochi secondi e le porte si aprono. 
San Pietro esce per primo, facendo strada. 
«Ti presento l’inferno», dice al dottor Dru. 

Tutt’attorno un campo verde. Boschetti, leggere colline, vialetti, un percorso di buche: è un campo da golf. In lontananza, un country club. 
Poi, di colpo, non si sa da dove sbucati, si materializzano davanti al Dottor Dru tutti i suoi colleghi manager frequentati durante gli anni di lavoro nelle diverse aziende. Hanno abiti da sera impeccabili, sorridono, lo salutano, i visi stirati, paffuti, sono felici. Gli si affollano intorno, sono tantissimi, tutti vogliono stringergli la mano, qualcuno gli dà una pacca sulle spalle. Cominciano a ricordare i tempi passati, lo invitano a giocare una partita a golf. 
Il Dottor Dru è confuso, stupito, si lascia guidare al tavolo delle bevande, brinda con loro. 
Chiede se questo è davvero l’inferno. Gli rispondono di sì, certo, cosa vuoi che sia l”inferno? 
Il Dottor Dru è entusiasta. 
Si mette in tenuta da golf e gioca la sua più bella partita, vincendo con un collega che si vantava di essere un campione. Poi, la serata si conclude con una grande abbuffata: antipasti a non finire, primi, secondi, dolci, vini rossi e bianchi d’annata, champagne… 
E donne. Ragazze giovani, stupende, in abiti mozzafiato, che si presentano ai tavoli, si siedono ognuna accanto ad un cavaliere, mentre un’orchestrina suona una musica che invita a ballare… 
Il Dottor Dru è incredulo. 
Trascorre una serata e una notte indimenticabili: mangia, beve, conversa, prova emozioni mai provate con una donna che lo coccola fino alla mattina seguente. 
E rimane particolarmente affascinato dal Diavolo: un personaggio simpatico, ammaliante, gran raccontatore di barzellette, che fa divertire tutti con incredibili giochi di prestigio.

La mattina presto, però, san Pietro si presenta dal Dottor Dru. 
«E’ ora, dobbiamo andare in paradiso». 
Un po’ recalcitrante, ancora frastornato per la nottata, il Dottor Dru è costretto a seguire san Pietro, che si avvia verso l’ascensore. 
Pochissimi secondi e le porte dell’ascensore si aprono sul paradiso. 

Il Dottor Dru è avvolto da una musica d’arpa dolcissima, una luce morbidissima, un clima tiepido, un’atmosfera ovattata. 
Prova un sentimento ineffabile di benessere compiuto, recupera il ricordo dell’infanzia, risente il calore della mamma quando lo teneva in braccio e lo allattava, e poi si ritrova come immerso nel liquido amniotico, una felicità calma e nello stesso tempo intensa lo invade, prova sensazioni mai provate in vita, ha voglia di amare come mai aveva amato…
San Pietro lo risveglia. 
«Ora devi decidere. Hai sperimentato inferno e paradiso. Dove vuoi passare l’eternità?».
Il Dottor Dru è confuso. Sembra non abbia mai preso una decisione in vita sua. 
«Non so. Non avrei mai immaginato che l’inferno…». 
«Allora?», incalza san Pietro. 
«E’ che anche il paradiso, effettivamente…». 
San Pietro, paziente, lascia trascorrere qualche secondo. Poi lo provoca. 
«Sei stato un manager», gli ricorda. «E per giunta, su questo librone c’è scritto che nel tuo ruolo protestavi spesso perché i tuoi colleghi nelle riunioni la tiravano sempre per le lunghe quando dovevano risolvere i problemi… Allora?». 
Il Dottor Dru, colpito nell’orgoglio, si decide. 
«Be’, non l’avrei mai pensato, ma scelgo l’inferno. Il paradiso è stupendo, ma laggiù, all’inferno, mi sono proprio divertito, e poi quelle ragazze…».

San Pietro annota la decisione sul librone. 
«Va bene, allora scendiamo all’inferno». 
Solito ascensore. 
Stavolta, però, i secondi sembrano minuti. L’ascensore pare non finire mai di scendere. 
Il Dottor Dru tamburella con le dita sulla pulsantiera mentre continua a guardarsi attorno per ingannare il tempo. Già pregusta l’atmosfera della sera prima. 
Finalmente, le porte si aprono. 
«Arrivati», sottolinea san Pietro. 

Compare una terra sterminata. Arida. Desertica. 
All’inizio non si vede nessuno. Poi, dallo sfondo, emergono degli esseri umani stracciati, emaciati. 
Hanno delle gerle pesantissime, camminano curvi. Raccolgono rifiuti. 
Sono i suoi amici. Gli passano davanti, non lo salutano neppure, hanno visi sfiniti, le occhiaie nere, i corpi affusolati, magrissimi, camminano a fatica, strascinando i piedi, si dirigono verso una grande buca dove svuotano le gerle. 
Compiono un grande cerchio: raccolgono i rifiuti e li rovesciano nella discarica, così in continuazione, senza mai fermarsi.

Il Dottor Dru è spaventato. Si rivolge a san Pietro.
«Ma cosa succede?», gli chiede tremando. 
San Pietro non risponde. E’ scomparso. 
Al suo posto, un essere deforme: il Diavolo. La risata è stridula. 
«Non capisco», balbetta il Dottor Dru. «Ieri ero qui, c’era un campo da golf, c’erano i miei colleghi, ho giocato, abbiamo mangiato e bevuto, c’erano donne bellissime…». 
Il Diavolo finge di non sentire. Gli saltella attorno, facendogli gestacci osceni. 
«C’eri pure tu, mi pare… Eri ben truccato, avevi anche un aspetto gradevole, ci hai fatto divertire con le tue barzellette, eri un mago, un illusionista…». 
«Infatti», ridacchia il Diavolo. 
«E allora? Dov’è finito tutto quello che c’era ieri sera?».
«Tu dovresti saperlo bene cos’è successo». 
«Io? ». 
«Tu, sì. Non eri Direttore delle Risorse Umane, laggiù sulla terra? ». 
«Infatti. Ma che c’entra?». 
«Dovresti esser pratico di queste cose, no?»
«Non capisco…»
«Ma caro dottor Dru, ieri ti stavamo assumendo, oggi sei dei nostri. Benvenuto a bordo, direttore». 

*** Massimo Ferrario, 2005-2015, rielaborazione di una favola di autore anonimo, diffusa anche in internet. 

2 commenti:

  1. Ad un livello di lettura un pó piú profondo, questa favola potrebbe essere una lancia spezzata a favore dei contratti a tempo determinato (stages o altri contratti a termine), in cui nessuna delle controparti avrebbe interesse a fregare l' altra facendole credere di poter offrire "felicitá lavorativa eterna" o almeno a tempo indeterminato.

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