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domenica 18 gennaio 2015

#VIDEO #SOCIETA' / Decrescita come via d'uscita dalla crisi



Serge LATOUCHE (1940) 
economista e filosofo francese
Decrescita come via di uscita dalla crisi, Università di Verona, 13 nov 2014, 
coordinamento di Paolo Riccio e Olivia Guaraldo
video, 118min44


E' un video di quasi 2 ore (e magari, per alleggerire la visione, può essere utile dividerlo in parti successive, prendendosi delle pause).
Ma assicuro che, anche perché più volte positivamente 'interrotto', con domande mirate e puntuali, dai due coordinatori e, alla fine, da un minidibattito di almeno mezz'ora col pubblico, l'ascolto scorre facile e per nulla pesante.
Merito anche della padronanza dell'italiano del relatore francese, che sa usare un vocabolario ricco e uno stile per nulla accademico.

Tutti i testi di Serge Latouche cercano di mettere in crisi, con un approccio empirico comprensivo di numerosi esempi, il concetto di sviluppo e le nozioni di razionalità ed efficacia economica. 
Secondo Latouche, si tratta di «far uscire il martello economico dalla testa», cioè di 'decolonizzare l’immaginario occidentale', che è stato ossessivamente e compulsivamente colonizzato dall’economicismo sviluppista. Se si vogliono affrontare i problemi ambientali e sociali del nostro tempo, dovuti proprio alla crescita ed ai suoi effetti collaterali, urge una strategia di decrescita, incentrata sulla sobrietà e sul senso del limite.

Il pensiero dell'economista e filosofo francese spesso divide: da una parte chi lo ama e lo propone come 'la' soluzione alla crisi dell'Occidente, e dall'altra chi lo detesta.
Certo, il relatore è uno dei più fieri avversari dell'occidentalizzazione in corso, a suo avviso totalmente dominata dall'immaginario economico, ed è il sostenitore della teoria, da lui fondata, della 'decrescita felice'.
La sua visione economico-filosofica è spesso contestata anche senza che prima sia stata approfondita, o addirittura semplicemente 'letta': la si è fatta diventare uno slogan e si reagisce allo slogan con altri slogan.

Questo intervento, anche perché (ben) stimolato dal tandem di Paolo Riccio (medico epidemiologo e redattore di 'Verona in') e Olivia Guaraldo (docente di filosofia politica), è dunque un'ottima occasione offerta dall'università di Verona perché venga riesposta e precisata, dalla viva voce di Latouche, la sua visione economica, sociale, politica.
Il finale del video, aperto a un breve e interessante spazio di domande e risposte con il pubblico, è da non perdere: per alcune ulteriori considerazioni provocatorie (anticapitalistiche) di Latouche.

Forse, dopo aver ascoltato, capiremo meglio.
E non faremo dire a Latouche, colpevolmente o dolosamente, ciò che 'non' è nel 'suo' pensiero, ma è solo nel 'nostro' pensiero.
Un pensiero, il nostro, troppo spesso più scarso che debole: e quindi, forse, troppo arditamente chiamato 'pensiero'. (mf)

«Lo sviluppo sostenibile è un ossimoro: come la botte piena e la moglie ubriaca. Una trappola di marketing. Uno slogan facile». (Serge Latouche, una battuta estratta dall'intervento)

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