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domenica 11 gennaio 2015

#LIBRI PREZIOSI / L'Impresa responsabile, di Luciano Gallino (recensione di M. Ferrario)

Luciano GALLINO, "L’impresa responsabile. Un’intervista su Adriano Olivetti", 
a cura di Paolo Ceri, 
pagine 163, Einaudi, 2014, € 16.50, ebook € 10.99.

Avremmo bisogno di tornare al modello di impresa di Adriano Olivetti: un imprenditore ‘vero’ e a ‘tutto tondo’, che seppe tenere insieme, con risultati di grande eccellenza, visione, innovatività, etica, cultura tecnica e cultura umanistica, impegno civile. E che ebbe dell’impresa un’idea ‘alta’, proprio perché la considerò al servizio dell’uomo e non del profitto come fine.

Il libro contiene le riflessioni di un sociologo raffinato e di lungo corso come Luciano Gallino, ottimamente stimolato da Paolo Ceri, anch’egli sociologo di esperienza. 
Ne escono pensieri che sanno ‘intelligere’ in profondità e con spirito critico la realtà dell’epoca e sanno interrogarsi con realisticità sulla eventuale possibile attualità del modello Olivetti.

Le riflessioni scorrono piane e coinvolgenti e la ricostruzione storica del caso Olivetti è articolata e precisa. Chi si occupa di impresa ha la conferma dell’eccezionalità di quell’esperienza. 
Oggi ci esaltiamo per Apple, e qualcuno ha tentato avvicinamenti tra i due casi. Ma, senza nulla togliere alla visionarietà di Steve Jobs e alla sua abilità imprenditoriale, si tratta di paralleli improbabili. Olivetti, e Adriano Olivetti in particolare, sono stati un ‘unicum’ nella storia aziendale per la ‘sistemicità’ dei fattori messi in campo: innovazione, qualità tecnica dei prodotti, cura ‘artistica’ del design, ma anche attenzione reale alle persone, umanizzazione dell’organizzazione del lavoro, welfare aziendale, utilizzo delle migliori risorse intellettuali e culturali dell’epoca, focus costante sul contesto socioculturale esterno, dignità di una visione politica della società.

Proprio per questo Adriano Olivetti si rivelò un ‘alieno’ rispetto alla cultura di fondo italiana: e come tale fu combattuto e isolato dal ceto dirigente dell’epoca.

Eppure, nonostante (e proprio perché) oggi viviamo valori ancora più dissonanti rispetto a quelli con cui Olivetti dovette confrontarsi, l’ispirazione a questo modello potrebbe darci spunti di azione utili: per ridare anima all’impresa e riorientare l’economia. 
E Gallino e Ceri ce ne suggeriscono alcuni.

*** Massimo Ferrario, per Mixtura

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