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martedì 20 gennaio 2015

#LIBRI PIACIUTI / Una relazione casuale, una 'luce soffice' sul dolore

Francesca MELANDRI, Più alto del mare, romanzo, pag. 237, Rizzoli, € 9,90, ebook € 6,99

Lui ha il figlio, lei ha il marito. Ambedue, figlio e marito, sono nel carcere speciale dell'Isola. 
Uno è terrorista pluriassassino: ha ucciso inseguendo una rivoluzione che credeva un sogno e si è rivelata un incubo nell'Italia degli anni di piombo. 
L'altro è un maschio incolto, incapace di contenere la violenza che ogni tanto gli ribolle dentro: ha ammazzato un uomo con le sue mani e poi, in galera, ha compiuto un secondo omicidio, su una guardia. 
Lui e lei si conoscono casualmente mentre vanno all'Isola per fare visita ai carcerati. Il destino gli fa perdere la nave per il ritorno e li blocca per una notte, accuditi da un secondino e dalla moglie, che da anni abitano quel posto selvaggio. 
Come due animali, prima, con discrezione e tenerezza, sembrano annusarsi; poi entrambi si lasciano andare, quasi senza neppure accorgersene, a una relazione dolce e tenera, tutta costruita sul presente, fatta di parole e sentimenti appena accennati e di gesti dopo tanto tempo ritrovati. 

La storia è tutta qui. Descrizioni vivide, impressive e insieme dettagliate, del paesaggio naturale: cielo, mare, montagne, profumi di fiori e di piante. E poi introspezione, atmosfera, ricordi in chiave di brevi ma suggestivi 'flashback': del padre col figlio piccolo, della moglie con il marito rozzo e violento. 
C'è lo scavo nel dolore cupo e profondo del padre, tra l'altro da anni vedovo, per il figlio assassino. E c'è lo scavo nella vita dura e affaticata della moglie, contadina, costretta ad allevare da sola i figli e a curare la campagna e gli animali, anche se libera, finalmente, dalle violenze quotidiane del marito.

Chi cercasse una trama di 'azione' resterebbe deluso. Perché la storia gira tutta attorno ai due protagonisti, che si 'svelano', con pudore e timidezza, in questo legame fortuito e contingente, allargandosi solo in parte a cogliere le dinamiche di relazione del secondino e della moglie, che paiono ritrovare un assetto felice di coppia proprio grazie ai due arrivati. 
Eppure tensione e coinvolgimento non mancano: merito innanzi tutto di una scrittura sapiente, 'colorata', dal linguaggio ricco; poi di un'indagine psicologica sottile e intensa, che fa evolvere i vissuti; e infine di una 'luce soffice' che accompagna le pagine e stempera le pene dei personaggi, regalando a chi legge una partecipe e calda 'compassione'. (mf)


1 commento:

  1. Sottolineo anche che è il primo libro sugli anni di piombo non documentaristico, non sui protagonisti (vittime o terroristi), ma sulle vittime "conprimarie" di quegli anni.
    Ti consiflio anche Eva dorme della stessa Melandri...

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