Pagine

giovedì 31 agosto 2017

#VIDEO / Uomini e donne (Teresa Mannino)


Uomini e donne
Teresa MANNINO, 1970
comica, cabarettista
facebook, 6 luglio 2017, qui
video 2min40

Due minuti di humor e ironia... 
Dedicati soprattutto a noi 'maschietti'... (mf)


In Mixtura altri contributi di Teresa Mannino qui

#SPOT / Politici col trucco

Macron, 26 milioni in 3 mesi per il trucco 
(articolo di riferimento qui)
(dalla rete)
In Mixtura ark #spot qui

#SGUARDI POIETICI / Monologo della moglie di Icaro (Carol Ann Duffy)

Non sarò la prima né l’ultima 
che se ne sta su un costone, 
a guardare il marito 
che dimostra al mondo 
di essere un totale, perfetto, emerito, assoluto coglione. 

*** Carol Ann DUFFY, 1955, poetessa e drammaturga scozzese, Monologo della moglie di Icaro, in La moglie del mondo, Le Lettere editore, Firenze, 2002
https://it.wikipedia.org/wiki/Carol_Ann_Duffy


In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#SENZA_TAGLI / Renzi, non avevo capito (Alessandro Gilioli)

«Migliora il clima sulla questione migratoria: la strategia complessiva dell'Aiutarli davvero a casa loro inizia a dare qualche frutto »
(Matteo Renzi, Enews 485).

Vedete gli equivoci a volte? 

Io non avevo mica capito che "aiutarli a casa loro" voleva dire armare e addestrare la polizia nigerina perché circondasse i pozzi d'acqua e quindi costringesse i migranti a passare per i percorsi del deserto senz'acqua. 

Non avevo mica capito che aiutarli a casa loro fosse rinchiuderli negli hangar gestiti dai clan dove non possono entrare né medici né Ngo. 

Non avevo capito che aiutarli a casa loro fosse intrappolare per sempre i somali come schiavi, che a casa non possono tornare sennò li fucilano per diserzione quindi resteranno per sempre carne da macello in Libia.

Non avevo capito che aiutarli a casa loro fosse riconvertire il business delle cosche libiche, quelle che prima gestivano i passaggi in mare e oggi prendono soldi da noi per tenere prigionieri i subsahariani.

Capita, a volte. Che con le stesse parole, s'intendano cose molto diverse.

*** Alessandro GILIOLI, giornalista e saggista, 'facebook', 30 agosto 2017, qui


In Mixtura altri contributi di Alessandro Gilioli qui
In Mixtura ark #SenaTagli qui

#MOSQUITO / Ebrei e fascismo, il 27% non si salvarono (Liliana Picciotto)

Oltre alle responsabilità dirette della burocrazia ci furono responsabilità indirette: un muro di indifferenza, di qualunquismo, un rifiuto di capire quello che stava accadendo. Gente che ha visto portar via sotto gli occhi i vicini di casa, caricarli sui camion, è rimasta zitta, incapace di parlare. (...) Il 27 per cento degli ebrei che vivevano in Italia non si sono salvati. Facendo una statistica si vede che i responsabili di quasi la metà degli arresti sono italiani, commissari di P.S., funzionari. Questo getta una luce differente sull’amabilità e sulla tolleranza italiana accreditate in tutti questi anni da coloro che si sono salvati.

*** Liliana PICCIOTTO, 1947, storica, specializzata nello studio della storia degli Ebrei in Italia nel periodo fascista e della repubblica di Salò, autrice del Libro della memoria, citata da Corrado Stajano, Olocausto. Tutte le vittime italiane, 'Corriere della Sera', 23 aprile 1991, in Corrado Stajano, Eredità, Il Saggiatore, 2017


In Mixtura ark #Mosquito qui

#SENZA_TAGLI / Invidiare e farsi invidiare (Stefano Greco)

Per secoli, le persone hanno temuto l'invidia ovvero quello sguardo "obliquo", negativo, malefico ("malocchio") gettato o lanciato contro di loro da persone appunto "invidiose". 

Oggi invece è straordinario osservare come moltissime persone desiderino (inconsciamente o consciamente, ha poca importanza) suscitare l'invidia degli altri, postando e documentando minuto per minuto vacanze, spostamenti e felicità confezionata su misura del social network. 
Molti diranno: esagerato! E' solo un gioco, che vuoi che sia? Ci fa piacere farlo, che male c'è? 
Non c'è nessun male, è solo una constatazione. Solo che se ti guardo una volta, la seconda ti evito.

*** Stefano GRECO, consulente, formatore, saggista, facebook, 30 agosto 2017, qui


In Mixtura altri contributi di Stefano Greco qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

mercoledì 30 agosto 2017

#BREVITER / Tenuta democratica e Pd bolognese (mf)

MasFerrario, facebook, 30 agosto 2017, qui
(vedi articolo di riferimento qui)

° ° °

MasFerrario, facebook, 29 agosto 2017, qui

In Mixtura ark #Breviter qui

#QUADRI / Cecilia Beaux, Gerard Sekoto, Umberto Boccioni

Cecilia BEAUX, 1855-1942
artista statunitense

° ° °

Gerard SEKOTO, 1913-1993
artista sudafricano
(via pinterest)

° ° °

Umberto BOCCIONI, 1882-1916
pittore e scultore
(via pinterest)

In Mixtura ark #Quadri qui

#SGUARDI POIETICI / Sveglia (Luigi Pirandello)

Guizzò la prima rondine dal nido
     sotto la mia grondaja,

vibrando al cielo il breve acuto strido;
e già ne strillan cento in frotta gaja.
Filan gli aerei stridi; intanto pare
     che dai tetti vicini,

salterellando, col lor cianciugliare,
bézzichin l’aria i passeri piccini.
Giú, nel cortile, ostinasi un galletto
     nel suo verso arrochito,

- Zitto, signor Dovere, ho già capito:
è ora, è ora di lasciare il letto.

*** Luigi PIRANDELLO, 1867-1936, scrittore, poeta, drammaturgo, premio Nobel per la letteratura nel 1936, Sveglia, da 'Nuova Antologia', 16 agosto 1910, in 'classiciitaliani', qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Pirandello


In Mixtura altri contributi di Luigi Piarandello qui

#MOSQUITO / Memoria e ricordo, l'etimologia aiuta (Mario Capanna)

II sostantivo latino ‘memoria’ - come il corrispettivo greco ‘mnème’ - indica sì, primariamente, la «facoltà di ricordare», ma significa anche «fatto», «avvenimento» e, persino, «età» e «epoca», a sottolineare complessi di eventi. 
Infatti rinvia al verbo ‘maneo’ (ciò che «rimane», «perdura», «resta»), che richiama sia la radice sanscrita ‘man’ sia quella indoeuropea ‘men’ (una «forza vitale» che «persiste»). 
La memoria, quindi, è ciò che per-’man’-e e ri-’man’-e, mentre ri-’man’-da a qualcosa ed è anche ciò che ‘man’-tiene l’unità del molteplice. ‘Men’zionando l’avvenuto, è la ‘men’te del/nel tempo. 
La ‘memoria’ presuppone il ‘ricordo’. La capacità di ricordare è la prima condizione perché essa possa sedimentarsi. Ma, anche qui, il significato originario del termine è ben più ricco della leggera semplificazione che la parola è venuta assumendo. 
Il verbo latino ‘recordor’ esprime sì il «ricordarsi», in quanto «rievocare nella mente» e «richiamare alla memoria», ma indica anche l’idea di ‘immaginarsi qualcosa al futuro’. 
E’ costituito da ‘re’ e ‘cor’, il «cuore» considerato sede della memoria. Mentre il prefisso ‘re’, in composizione, significa «indietro», ma anche di fronte, oltre che «contro». 
L’etimologia, spesso, è più utile e più efficace di un lungo trattato. Qui ci dice che il ‘ricordare’ consiste nel richiamare qualcosa fuori dalla caligine del tempo, mettendola ‘di fronte’ alla luce (e alla lente) della mente, così questa ha il paragone per ‘immaginare’ qualcos’altro di diverso. 
Il ri’co’rdare, perciò, vive come ac’cor’do e rac’cor’do fra passato e futuro, attraverso il presente. Il ‘ricordo’ è ciò che sta ‘indietro’ e, insieme, ‘qui e di fronte’. 

*** Mario CAPANNA, 1945, leader del ‘68, presidente della Fondazione Diritti Genetici, scrittore, agricoltore e apicoltore, Il Sessantotto al futuro, Garzanti, Milano, 2008.


In Mixtura ark #Mosquito qui

#SENZA_TAGLI / Ordine, la mania aiuta a combattere lo stress (Oliver Burkeman)

Ultimamente, grazie a diversi studi, il vecchio detto “una scrivania ordinata riflette una mente ordinata” è stato sostituito dal suo opposto. Oggi il caos è segno di creatività. Francamente, essendo un maniaco della precisione, lo considero offensivo, anche se confesso che c’è un solido argomento a favore di questa teoria, proposto nel modo più convincente da Tim Harford nel suo libro del 2016 Messy.

Accettare il disordine, sostiene, ci aiuta a rinunciare alla tendenza a seguire sempre gli stessi percorsi mentali, e lascia spazio a nuove associazioni che consentono la formazione di nuove idee. D’accordo. Ma non aspettatevi che smetta di allineare perfettamente i miei blocnotes e le mie penne sulla scrivania. E non venite a dirmi che la mia è la manifestazione esteriore di un disperato bisogno di mantenere l’illusione del controllo in un mondo privo di qualsiasi significato. Sono semplicemente ordinato, ok?

Negli ultimi anni, però, mi sono reso conto che questa dicotomia tra ordine e disordine – motivo di innumerevoli liti tra coniugi – è una semplificazione eccessiva. È vero, sono una persona ordinata, ma in quanto a pulizia sono decisamente nella media, mentre la mia compagna attribuisce un’enorme importanza alla pulizia pur essendo un po’ disordinata. Io trovo sconcertante che le sembri normale lasciare i libri sparsi sul tavolo, quando potrebbero essere perfettamente impilati. E lei trova sconcertante che io ci tenga tanto a mettere il tappeto perfettamente perpendicolare alle assi del pavimento, ma non mi accorga delle briciole e dei pezzetti di pasta che si sono accumulati sui bordi.

Non è tanto che muoio dalla voglia di vivere in un ambiente ordinato, quanto che mi piace mettere in ordine
La cosa che mi fa più rabbia dell’essere dalla parte dell’ordine in questo dibattito è che i maniaci della pulizia hanno un argomento forte a loro favore: se la nostra casa diventa troppo sporca, possiamo veramente prenderci qualche brutta malattia, mentre la stessa cosa non si può dire di una libreria non organizzata in ordine alfabetico. È vero che l’ordine fa risparmiare tempo – se sappiamo dove sono le cose, le troviamo più facilmente – ma mentirei se dicessi che questa è la mia motivazione, e sono sicuro che a mettere in ordine spreco più tempo di quello che risparmio. No, noi maniaci della precisione dovremmo essere onesti. Abbiamo un profondo bisogno, presumibilmente perché siamo ansiosi, di imporre un ordine all’ambiente che ci circonda, e forse dovremmo fare qualcosa per superarlo.

Oppure no? In realtà mi sono reso conto che, stranamente, la dicotomia tra pulizia e ordine non provoca quasi nessuna tensione in famiglia. In parte perché si tratta di due aspetti della personalità complementari tra loro: uno dei due si occupa soprattutto di mettere in ordine, e l’altro soprattutto di pulire. Ma anche a causa di un’altra cosa che ho imparato di me stesso: non è tanto che muoio dalla voglia di vivere in un ambiente ordinato, quanto che – e credetemi, è imbarazzante ammetterlo – mi piace mettere in ordine.

Se vivessi con una persona che ha la mia stessa mania, non avrei nulla da fare. O, peggio ancora, cercherebbe di impormi una logica organizzativa diversa. Il mio mettere in ordine è un patetico modo per tranquillizzarmi? Forse sì, ma di certo è più sano che scolarmi una bottiglia di vino ogni sera. E nonostante tutte le ricerche sul disordine e la creatività, è proprio in quei momenti che mi vengono le idee migliori: mentre riordino il soggiorno, riordino anche i miei pensieri. Secondo me, la creatività si può anche imbrigliare.

*** Oliver BURKEMAN, giornalista e saggista britannico, La mania dell’ordine aiuta a combattere lo stress, traduzione di Bruna Tortorella, 'internazionale.it', 29 agosto 2017, qui


In Mixtura altri contributi di Oliver Burkeman qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#COSE_PASSATE / Radio Zenith, Registratore Grundig, Telefono a muro

Radio Zenith
(via pinterest)

° ° °

Registratore Grundig
(via pinterest)

° ° °

Telefono a muro
(via pinterest)

In Mixtura ark #Cose Passate qui

#SGUARDI POIETICI / Il mio cuore (Katia Sebastiani)

Il mio cuore 
potrei gettarlo tra le pietre incatramate 
che bloccano la rotaia. 
Potrei affogarlo in un bicchiere di gazzosa, 
o spappolarlo contro 
una giornata tersa. 

Purché si muova purché 
torni a mostrare il suo essere rosso 
per elezione. 
E la smetta di mandare sorrisi 
cortesemente a chi siede di fronte


*** Katia SEBASTIANI, 1971, poetessa, Il mio cuore, da Convivenze, citata in ‘Sagarana’, n. 36, luglio 2009, qui


In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#MOSQUITO / Nella vita come a un banchetto (Epitteto)

15 -  Ricorda che nella vita devi comportarti come a un banchetto. Una portata girando tra i convitati è arrivata davanti a te: allunga la mano e prendi la tua parte, con educazione; il piatto passa oltre: non fermarlo; non è ancora arrivato da te: non protenderti inseguendo l’appetito, aspetta che ti sia di fronte. Così fai con i figli, così con la moglie, con le cariche pubbliche, con la ricchezza: e un giorno sarai degno di stare a banchetto con gli dèi. Se poi, invece di prendere la porzione che ti sarà servita, la ignorerai, allora sarai degno non solo della mensa degli dèi, ma anche di governare con loro. È per questo comportamento che Diogene ed Eraclito, e gli uomini come loro furono meritatamente considerati divini, e tali furono in effetti.

*** EPITTETO, 50 ca-130 ca, filosofo greco antico, esponente dello stoicismo, Manuale (Enchiridion), 120, Garzanti, edizione ebook, 2013 

In Mixtura ark #Mosquito qui

#LINK / Violenza sulle donne, quando non se ne parla a sinistra (Lorella Zanardo)

Dello stupro di Rimini, ieri non vi era traccia nelle pagine di molte associazioni di sinistra e femministe, perché? Non è certo la prima volta che accade e stupisce che grandi movimenti che hanno portato in piazza migliaia di persone proprio contro la violenza o che hanno come loro obiettivo principale proprio la rimozione della violenza verso le donne, abbiano trascurato di recensire e stigmatizzare un fatto così grave.

Accadde anche qualche settimana fa quando un’anziana venne violentata da un ragazzo in Puglia e pochissime si dissero dalla parte della donna. In entrambi i casi la violenza, nel primo caso è certo e nel secondo pare altamente probabile, è stata commessa da migranti africani.

*** Lorella ZANARDO, 1957, autrice, blogger, attivista, Da Rimini a Gioia del colle, la violenza sulle donne fa notizia anche se commessa da stranieri?, blog 'ilfattoquotidiano.it', 28 agosto 2017

LINK articolo integrale qui


In Mixtura altri contributi di Lorella Zanardo qui

#VIDEO / 10 bufale sui migranti (Roberto Saviano)


Roberto SAVIANO, scrittore
"Smonto 10 bufale sui migranti"
repTv, 26 agosto 2017
video 5min08

I migranti ricevono 35 euro dallo Stato, le cooperative che gestiscono l'accoglienza hanno legami con le mafie, i migranti fanno la bella vita negli alberghi, portano malattie, ci rubano il lavoro. E la legge sullo "ius soli" farà aumentare gli sbarchi in Italia. 
Vero o falso? 
(dalla presentazione)


In Mixtura altri contributi di Roberto Saviano qui

lunedì 28 agosto 2017

#BREVITER / Macron e certi italiani (mf)

MasFerrario, facebook, 27 agosto 2017, qui

° ° °

MasFerrario, facebook, 27 agosto 2017, qui


In Mixtura ark #Breviter qui

#SENZA_TAGLI / Legalità, fruttivendolo (Alessandro Gilioli)

Oggi all'edicola ho incrociato il mio fruttivendolo che faceva l'elogio della legalità. Conoscendolo, gli ho chiesto quando ha fatto l'ultimo scontrino fiscale. 
Dovrò cambiare fruttivendolo.

*** Alessandro GILIOLI, giornalista e saggista, facebook, 27 agosto 2017, qui


In Mixtura altri contributi di Alessandro Gilioli qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#CIT / Lo siamo tutti (Cesare Pavese)

Cesare PAVESE, 1908-1950
scrittore, traduttore, saggista, poeta 
citazione da La casa in collina, 1947-1948
in Prima che il gallo canti, Einaudi, 1949

In Mixtura altri contributi di Cesare Pavese qui
In Mixtura ark #Cit qui

#SGUARDI POIETICI / Ultima rima. Per i grandi (Bruno Tognolini)

Scongiuro contro il nazismo futuro 
Gli abbiamo detto che la rabbia non è bene 
Bisogna vincerla, bisogna fare pace 
Ma che essere cattivi poi conviene 
Più si grida, più si offende e più si piace 
Gli abbiamo detto che bisogna andare a scuola 
E che la scuola com’è non serve a niente 
Gli abbiamo detto che la legge è una sola 
Ma che le scappatoie sono tante 
Gli abbiamo detto che tutto è intorno a loro 
La vita è adesso, basta allungar la mano 
Gli abbiamo detto che non c’è più lavoro 
E quella mano la allungheranno invano 
Gli abbiamo detto che se hai un capo griffato 
Puoi baciare maschi e femmine a piacere 
Gli abbiamo detto che se non sei sposato 
Ci son diritti di cui non puoi godere 
Gli abbiamo detto che l’aria è avvelenata 
Perché tutti vanno in macchina al lavoro 
Ma che la società sarà salvata 
Se compreranno macchine anche loro 
Gli abbiamo detto tutto, hanno capito tutto 
Che il nostro mondo è splendido 
Che il loro mondo è brutto 
Bene: non c’è bisogno di indovini 
Per sapere che arriverà il futuro 
Speriamo che la rabbia dei bambini 
Non ci presenti un conto troppo duro. 

*** Bruno TOGNOLINI, 1951, scrittore, poeta e autore teatrale, Ultima rima. Per i grandi. Scongiuro contro il nazismo futuro, da Rime di rabbia, Salani, 2010.


In Mixtura altri contributi di Bruno Tognolini qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#MOSQUITO / Comunismo, ma le domande valgono ancora (Claudio Magris)

Il revisionismo di oggi dimentica le domande ancora irrisolte poste dal comunismo. Il comunismo non ha dato risposte giuste, ma ha posto domande con cui si devono ancora fare i conti. Questo modo di rivedere la storia così com’è fatto oggi mi pare privo di quel senso di comprensione globale che io ho sempre sentito usare da parte di anticomunisti di decenni fa. Il tono mi è alieno perché completamente diverso. Basta paragonare il tono usato dai grandi transfughi del comunismo, i Silone, i Wright, Koestler, Spender che non si possono certo accusare di tiepidezza e paragonarli a molti revisionisti di oggi. Quel tono permette di dire di no al comunismo in un altro modo. Con una diversa ‘pietas’ anche verso sé stessi, che non significa certo inventare delle scuse. Ma quegli uomini non buttano a mare le ragioni che li avevano portati a credere nel comunismo. 

*** Claudio MAGRIS, 1939, scrittore, germanista, intervistato da Corrado Stajano, giornalista e scrittore, ‘Corriere della Sera’, 26 gennaio 1999, citato da Corrado Stajano, Maestri e Infedeli. Ritratti del Novecento, Garzanti, Milano, 2008


In Mixtura altri contributi di Claudio Magris qui
In Mixtura ark #Mosquito qui

#SENZA_TAGLI / Nel mondo alla rovescia (Anna Mallamo)

Nel mondo alla rovescia i rifugiati vengono respinti, la violenza viene chiamata "decoro" e gli operatori delle Ong "scafisti", i neofascisti vogliono insegnare la dottrina cristiana, i cattolici contestano il Papa che parla di Ius soli, Bertinotti viene applaudito al meeting di Cl.

*** Anna MALLAMO, giornalista e blogger, facebook, 26 agosto 2017, qui


In Mixtura altri contributi di Anna Mallamo qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#IN_LETTURA / Fabio Hurtado, Henri Matisse, Maher Morcos

Fabio HURTADO
artista spagnolo, qui
(via pinterest)

° ° °

Henri MATISSE, 1869-1954
artista francese
(via pinterest)

° ° °

Maher MORCOS
artista egiziano, qui
(via pinterest)

In Mixtura altri contributi di Fabio Hurtado qui
In Mixtura alri contributi di Henri Matisse qui
In Mixtura ark #InLettura qui

SGUARDI POIETICI / Poetica (Nikifòros Vrettàkos)

Prima che sia scritta, è parole la poesia.
Poi le sue parole diventano nuvole,
colori, luce, maree di astri,
fiumi di bandiere, macchine, ciminiere,
gente che sale o scende,
impalcature all’orizzonte.
E pensate: tutte queste cose, prima di diventare ciò
che sono in poesia, erano solo parole.

(La terra che si fa fiore e albero).

*** Nikifòros VRETTÀKOS, 1912-1991,  poeta e scrittore, Poetica, da Il pianeta visibile, 1983, traduzione di Gilda Tentorio, segnalato in 'ilcantodellesirene', 11 agosto 2017, qui
http://www.treccani.it/enciclopedia/nikiforos-vrettakos/


In Mixtura altri contributi di Nikifòros Vrettàkos qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui

#VIGNETTE / Tenerezza (Mauro Biani)

Mauro BIANI
'il manifesto', 25 agosto 2017
(a proposito della 'carezza' del poliziotto alla rifugiata 
durante lo sgombero del palazzo occupato di Roma)

In Mixtura altri contributi di Mauro Biani qui
In Mixtura ark #Vignette qui

#BREVITER / Sfigati e potenti (mf)

MasFerrario, facebook, 25 agosto 2017, qui

In Mixtura ark #Breviter qui

#SENZA_TAGLI / Pago le tasse perché Raggi e Minniti... (Curzio Maltese)

Come cittadino italiano e romano non pago le tasse da una vita perché la polizia possa sgomberare a colpi d'idranti nel cuore della capitale un gruppo di rifugiati etiopi ed eritrei con regolare permesso, scampati a guerre e persecuzioni, picchiando madri davanti agli occhi dei figli. Ho pagato le tasse e tante, poiché ho sempre guadagnato, perché lo Stato non affronti il problema della povertà con i manganelli e la polizia sgomberi le strade dai criminali. Le pago perché la giunta Raggi faccia pulizia sì, ma non di povera gente, piuttosto delle montagne d'immondizia che crescono perfino più del numero di assessori 5 Stelle e stanno trasformando la città più bella del mondo in una discarica a cielo aperto. Pago le tasse perché il ministro Minniti nei fatti e non a parole combatta 'ndrangheta, mafia e camorra, che non sono mai state tanto potenti, invece di fare la guerra alla Caritas e a Medici Senza Frontiere, organizzazioni dalle quali onestamente non mi sento minacciato. Anche se capisco che sia meno pericoloso e più redditizio in termini di voti.

La caccia al migrante sta diventando il tema dominante e condiviso di tre aree politiche, centrodestra, Pd e Cinque Stelle, che sono già in campagna elettorale, ma non hanno uno straccio d'idea, neppure vaga, sul come affrontare i seri problemi del Paese. Certo non "l'invasione" di 150 mila rifugiati su una popolazione di 60 milioni di abitanti, ma vogliamo far ridere? Piuttosto il livello record di giovani che non lavorano e non studiano, il progressivo declino industriale, l'esponenziale crescita delle mafie, il dissesto idrogeologico, il più alto consumo di territorio del continente, la catastrofe di una scuola tenuta in vita soltanto dal sacrificio degli insegnanti peggio pagati d'Europa, un ruolo sempre più marginale nell'Unione.

Su questi temi la politica nazionale non ha nulla da dire o da proporre. Encefalogramma piatto. Il leader reale del centrodestra, Matteo Salvini, non ha mai lavorato un giorno nella vita e quindi non s'interessa del settore. Il Pd è ridotto a una protesi dell'ego arroventato del suo leader, che ha dimostrato ad abundantiam nel libro appena pubblicato di non avere alcuna proposta seria da offrire agli elettori, ma soltanto vendette da consumare nel caso remoto che gli italiani lo rimandino a Palazzo Chigi. I nuovi dei 5 Stelle non sono in grado di amministrare Comuni e quindi figurarsi la Nazione, per giunta hanno assunto in fretta il costume trasformistico dei vecchi. Così il premier in pectore Di Maio, noto più che altro per l'uso avventuroso della lingua madre, si scaglia contro i governi condonisti responsabili della tragedia di Ischia, mentre i Comuni 5 Stelle cementificano ovunque, da Bagheria a Roma a Torino, autorizzando colate di centri commerciali e abusi edilizi, con la scusa dello stadio o dell'eredità del passato o degli abusi di necessità (fenomeno estinto in Italia da vent'anni) e magari domani di una infanzia difficile.

In assenza totale di programmi, piani industriali, semplici visioni del futuro del Paese, i tre schieramenti si fanno concorrenza nella caccia al capro espiatorio. E' davvero difficile spiegare oltre la cortina di Chiasso che in un paese dove le mafie vantano un giro di affari di 150 miliardi l'anno, tre volte il valore della Borsa di Milano, il ministro dell'Interno è impegnato in una polemica quotidiana, ormai da mesi, con Medici Senza Frontiere, Emergency, la Caritas e ora anche l'Unicef e papa Francesco. Il Grillo di un tempo avrebbe risposto a tutto questo con una sola parola. Ma anche lui adesso opera dei distinguo.

*** Curzio MALTESE, giornalista, saggista, parlamentare europeo, Pago le tasse perché Raggi faccia pulizia sì, ma non di povera gente. Perché Minniti combatta le mafie, non le Ong, 'huffpost', 25 agosto 2017, qui


In Mixtura altri contributi di Curzio Maltese qui
In Mixtura ark #SenzaTagli qui

#RACCONTId'AUTORE / L'ultima fiaba (Fulvio Scaparro)

C’era una volta il re Tempo e la regina Vita, che ogni giorno dicevano: «Ah, se avessimo dei vecchi!». Ma i vecchi non venivano mai. 

Un giorno che la regina faceva il bagno, ecco saltar fuori dall’acqua una rana, che le disse: «Il tuo desiderio si compirà: prima che sia trascorso un anno, arriveranno due vecchi».

La profezia della rana si avverò e giunsero due vecchi, una femmina e un maschio, tanto belli che il re non stava più in sé dalla gioia e ordinò una gran festa. Non invitò soltanto il parentado, gli amici e i conoscenti, ma anche le fate, perché fossero propizie e benevole ai nuovi arrivati. Nel suo regno ce n’eran tredici, ma egli aveva soltanto dodici piatti d’oro per il pranzo; e perciò una dovette starsene a casa. 

La festa fu celebrata in gran pompa e stava per finire quando le fate diedero ai due vecchi i loro doni meravigliosi:
la prima: salute fisica e mentale
la seconda: indipendenza economica
la terza: indipendenza di pensiero
la quarta: pace e giustizia dentro e attorno a voi
la quinta: entusiasmo senza fanatismi
la sesta: curiosità
la settima: rispetto degli altri e per gli altri
l’ottava: semplicità di vita e di espressione
la nona: generosità
la decima: amore da dare e ricevere
l’undicesima: impertinenza e un tocco di follia.

Undici fate avevano già formulato il loro augurio, quando improvvisamente giunse la tredicesima. Voleva vendicarsi di non essere stata invitata, e senza salutare né guardar nessuno, disse ad alta voce: «I due vecchi vivranno per sempre e assisteranno alla decadenza e alla morte di tutto ciò che a loro è più caro».
E senza aggiunger altro, volse le spalle e lasciò la sala.

Fra la gente atterrita, si fece avanti la dodicesima, che doveva ancora formulare il suo voto: annullare il crudele decreto non poteva, ma poteva mitigarlo, e disse: «Se riuscirete a non vivere come se foste immortali, un giorno morirete nella speranza di ritrovare ciò che vi è più caro».

*** Fulvio SCPARRO, psicoterapeuta e saggista, Storie del mese azzurro, Rizzoli, Milano, 1998. Fiaba ispirata alla nascita di Rosaspina (Jacob e Wilhelm Grimm, Fiabe, Einaudi, Torino, 1973).


In Mixtura ark #Raccontid'Autore qui

#SGUARDI POIETICI / Gioia (Ko Un)

Ciò che ora io penso,
chissà dove nel mondo,
qualcuno l’avrà già pensato.
Non piangere.

Ciò che ora io penso,
chissà dove nel mondo,
qualcuno lo starà pensando.
Non piangere.

Ciò che ora io penso,
chissà dove nel mondo,
qualcuno lo vorrà pensare.
Non piangere.

Che gioia!
In questo mondo,
chissà dove in questo mondo,
io sono composto di molti Io.

Che gioia!
Io sono composto
di molti Altri.
Non piangere.

*** Ko UN,  1933, poeta, scrittore, saggista, autore teatrale e pittore sudcoreano, Gioia, traduzione di Vincenza D’Urso, L’isola che canta. Antologia poetica 1992-2002, LietoColle, 2015, segnalato in 'interno poesia', 10 febbraio 2016, qui
https://it.wikipedia.org/wiki/Ko_Un


In Mixtura altri contributi di Ko Un qui
In Mixtura ark #SguardiPoietici qui